Martedí 19 Marzo 2024
l'artista
Secondo Gatti nasce a Maracalagonis (CA) il 13/01/1949. Nel 1985 apre la pizzeria che ne porta il suo nome. Fin da giovane la sua vera passione è stata l'arte, che con il passare degli anni lo ha portato ad un perfezionamento nelle tecniche di scultura, tanto da realizzare splendide opere nei vari materiali.
Dicono di lui:
Un marese creativo
Ogni volta che parlo con Secondo Gatti, oltre a una simpatica sensazione di amicizia, ho la riprova che la sua mente è una fervente fucina di idee e che la sua creatività spazia in varie direzioni. E' lui infatti l'autore delle grandi sculture in cemento colorato raffiguranti i "dinosauri" e di tante altre opere di fantasia che in contesti e ambienti diversi da Mara, farebbero la fortuna di molti creativi. Adesso le sue sperimentazioni si rivolgono con appassionata attenzione, alle pietre caratteristiche della Sardegna, che scolpisce ricavandone opere pregevoli. Lui porta sicuramente nel suo DNA l'atavica capacità degli antichi costruttori, di quelle maestranze in grado di adornare con fregi e sculture le case patrizie, le chiese, i castelli e in genere i luoghi deputati al comando. Le pietre quasi gli parlano, gli suggeriscono immagini realistiche di papi solenni, di figure mitologiche, di visi metafisici. Talvolta, Secondo sosta pensoso vicino alle sue pietre analizzandone la forma e la composizione, in attesa che "loro" gli suggeriscano qualcosa di se per la creazione di nuove variegate sculture. Il grigio e l'azzurro del basalio lo invitano a plasmare e a levigare affinché le venature emergano palpitanti dalla pietra, animandosi in visi assorti, quasi egizi. Di fronte alle originali opere di Secondo, mi sono chiesta tante volte fino a che punto lui stesso è consapevole di aver dentro di sé questa conoscenza, questa naturale capacità creativa, perchè la sua semplicità, la sua gioia spontanea nel realizzare ciò che la mente gli suggerisce è evidente. Lui ammira sinceramente le pietre, come prodotto primigenio della sua terra, sa dare a ciascuna con competenza, la sua esatta definizione e le riconosce quasi intimamente, per cui non si può confondere un calcare bianco, quasi marmoreo, ricco di venature dorate, una trachite, un granito, certi ammassi intrusivi a altre dai colori e forme particolari che raccoglie nei letti dei fiumi.
Paola Escana